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Quando innovare significa mettere in atto un cambiamento

Stiamo vivendo un periodo storico nel quale è sempre più indispensabile trovare il sostegno di mezzi e strumenti tecnologici, in tutti i campi o quasi.
E non solo, un periodo nel quale qualsiasi iniziativa, cambio di rotta, nuova idea, può essere utile per un miglioramento delle condizioni dell’intera comunità.
Ogni settore, anche quelli già altamente informatizzati prima dell’inizio della pandemia, sta vivendo le sue difficoltà, perché forse in pochi avevano provato a immaginare un’assenza quasi totale dei contatti umani. La vicinanza fisica è forse uno di quegli elementi difficilmente messo in discussione, e, nonostante la velocità con cui avvengono i cambiamenti, di certo la necessità di distanziarci ci ha trovati impreparati da molti punti di vista.
È necessario tuttavia circoscrivere il discorso, per non correre il rischio di generalizzare e per concentrarci su un elemento: è vero che la situazione è difficile e impegnativa, ma è vero anche che cercare di guardare gli eventi da tante diverse prospettive può darci può darci l’opportunità di sviluppare delle soluzioni più costruttive.

Cosa dicono i ragazzi

Nel preparare il materiale per scrivere questo articolo ci siamo a lungo interrogati su quali potessero essere le soluzioni più innovative e all’avanguardia per la gestione del tema che in questa sede ci è più caro: la scuola e la didattica a distanza. Abbiamo scelto di calarci nei panni di chi vive in prima persona l’esperienza della scuola ai tempi del Covid e la tanto dibattuta didattica a distanza, oggi chiamata “didattica digitale integrata”. E quindi di metterci in ascolto e sentire cosa ne pensano direttamente alcuni studenti che da mesi ormai sono alle prese con questa nuova versione della scuola.
Pensavamo di parlare con degli studenti arrabbiati, stanchi, demotivati e soprattutto critici nei confronti del mondo degli adulti, invece ci siamo trovati di fronte a dei ragazzi che hanno molto da insegnarci non solo in termini di idee, ma anche e soprattutto di atteggiamento. Abbiamo avuto il piacere di parlare con dieci ragazzi con un’età compresa tra i 16 e i 18 anni provenienti da alcune
delle principali città in Italia. E parlando con loro abbiamo capito che il migliore strumento innovativo e all’avanguardia che ci aiuterà a superare le difficoltà del momento c’è già. E non si tratta di un complicatissimo software né di uno strumento di ingegneria applicata che ci porterà in un baleno in un’epoca futura. Ma di un atteggiamento mentale che si chiama semplicemente flessibilità.

Il cambiamento inizia dal nostro atteggiamento

Può essere migliorato il software di proprietà della scuola, certo. Ma è inutile perdere un’intera mattinata il giorno che non funziona bene. Abbiamo altre piattaforme, intanto usiamole, poi vediamo.
(…) C’è il problema dei trasporti che alle 8 del mattino erano troppo pieni, allora ho deciso di andare a scuola alle 7, ma trovavo comunque tanta gente sul mio autobus, così ho pensato che in tanti paesi fuori dall’Italia esistono gli scuolabus, sarebbe bello averli anche qui. (Nora, Roma).
In casa siamo tanti ed è difficile fare lezione mentre i miei genitori lavorano e mio fratello segue le lezioni della sua facoltà. Perché non possiamo seguire qualche lezione online dalle aule di scuola, magari solo chi proviene da famiglie più numerose, o perché no, a turni in piccoli gruppi? (Gabriele, Napoli).
Sono solo alcuni esempi delle tante soluzioni che questi ragazzi metterebbero in pratica se avessero potere decisionale.
Gli strumenti imperfetti che già possediamo possono essere migliorati, è ovvio, come può essere migliorata la formazione di chi non ha molta pratica nel loro uso. Il primo ingrediente di cui abbiamo tutti bisogno oggi per arrivare a domani con qualche livido in meno secondo questi ragazzi è la capacità di trovare sempre nuove soluzioni rispetto agli strumenti che già possediamo.

Problem solving

Quello che, al di là delle strategie proposte, ci ha colpiti particolarmente è la modalità che usano in modo all’apparenza istintivo: avere una proposta risolutiva per qualunque problema. I ragazzi con cui abbiamo avuto il piacere di parlare condividono la fatica del mondo degli adulti, sono consapevoli
degli enormi problemi che sta provocando e provocherà la pandemia, ma hanno uno spirito di sopravvivenza, di sacrificio anche e un atteggiamento che sarà il miglior alleato in un momento tanto difficile.

Non è dare la colpa a qualcosa o qualcuno la modalità più efficace, è rimboccarsi le maniche, essere consapevoli e attenti, seguire le regole, dare una mano dove possibile. (Giacomo, Lecce).

Trovare la strada migliore, perché anche se un po’ dissestata va comunque percorsa, e tra un ostacolo e l’altro non perdere di vista quell’obiettivo che sembra ancora lontano ma che c’è. Tornare in classe senza più paura, anzi, concuna nuova consapevolezza: quella che in fondo cinque ore sui banchi non sono poi tanto male.

La migliore innovazione è prendere coscienza degli strumenti che già abbiamo. Solo da questo può iniziare un vero cambiamento, quello che parte dalle singole persone.

Pubblicato il 24/11/2020 alle ore 16:39 da [email protected]

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